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Il Carretto Siciliano nella Civiltà Artigiana

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Il Carretto Siciliano nella Civiltà Artigiana

 Il Carretto Siciliano nella Civiltà Artigiana    

 Martedì 12 agosto 2014 alle ore 19  nel suggestivo angolo della Loggia dell’antico mercato di Noto, nell’ambito delle iniziative culturali programmate dagli Assessorati alla Cultura e al Turismo, verrà presentato al qualificato pubblico netino il libro di Giuseppe Piccione e Gemma Greco Piccione Il Carretto Siciliano nella Civiltà Artigiana (Tecnologie Arti  Mestieri – Carri e Viabilità nella Storia) di cui verrà proiettata una ricca selezione di immagini. Già nel febbraio scorso il libro, patrocinato dalla Società Siracusana di Storia Patria, è stato presentato nel Salone di rappresentanza della Camera di Commercio di Siracusa da illustri relatori, che ne hanno apprezzato la serietà di indagine, quali il Sovrintendente ai BB.CC.AA. di Caltanissetta dott. Lorenzo Guzzardi, il prof. Salvatore Adorno dell’Università di Catania, il prof. Paolo Giansiracusa dell’Accademia di Belle Arti di Catania, il prof. Sebastiano Amato presidente della Società.

copertina carretto0001 Nell’opera il carretto siciliano viene analizzato sia nei suoi aspetti artistici ed etnoantropologici, sia come macchina nelle sue componenti in legno e in ferro. Si illustrano i mestieri ad esso connessi, corredati da numerosa e originale documentazione fotografica a colori: Carradori, Intagliatori, Pittori, Fabbri, Conciatori di pelli per finimenti, Maniscalchi, Carrettieri. Emerge il ritratto di un civiltà artigiana oggi profondamente mutata, come si evince già dal piano dell’opera enunciato nella prefazione.

Nel cap. I (Carri e Viabilità nella Storia, Carri e Viabilità in Sicilia), è delineata la prospettiva storica dell’evoluzione dei veicoli su ruote, connessa alla realizzazione delle reti stradali, illustrate con cartine topografiche. Col supporto di interessanti immagini, viene tratteggiata l’evoluzione millenaria dei veicoli a trazione animale, che comincia con l’invenzione della ruota piena nell’ambito della civiltà sumerica e prosegue con la ruota a raggi degli Ittiti; dalla trazione mediante onagri (asini selvatici) ai cavalli, dai veicoli greci e romani al carro dei pionieri americani, fino ad arrivare ai primi calessi con motori meccanici. Si chiariscono i mutamenti economici e istituzionali che hanno accompagnato lo sviluppo infrastrutturale e il progresso sociale. Si capirà come e perché la massima diffusione del carretto e l’apice della sua raffinatezza artigianale coincidano con le profonde trasformazioni avvenute in Sicilia a partire dal XIX secolo.

Il cap. II (La costruzione del carretto) prende in esame il carretto dell’area iblea in Val di Noto, con l’obiettivo di testimoniare, prima che se ne perda la memoria, le tradizionali tecniche artigianali di costruzione; l’originale documentazione fotografica scompone il carretto nei singoli dettagli, con relativa terminologia tecnica dialettale.

Nel cap. III (Le maestranze artigiane, La bottega del carradore) viene focalizzata l’importanza dell’associazionismo, dalle Corporazioni di Arti  medievali, con particolare riferimento alla Toscana e alla Sicilia, alle Società di Mutuo Soccorso fino ad arrivare all’associazionismo novecentesco. Nella seconda parte, vengono illustrati ed analizzati utensili ed attrezzi costruiti dallo stesso carradore, fra cui un raro tornio artigianale a balestra, di tipologia medievale.

Loggia Mercato Noto    Poiché la macchina-carro è inerte senza il motore animale, il cap. IV (Traino e finimenti) è dedicato ai sistemi di traino e all’analisi dei finimenti, nella loro evoluzione storica, che ha consentito di sfruttare al meglio la forza motrice animale, che ancora in età romana e alto-medievale rendeva solo 1/4 delle sue potenzialità.

Nel cap. V (Cunzarioti Fabbri Maniscalchi Carrettieri) si descrivono mestieri strettamente connessi alla costruzione, all’uso dei carretti  e alla cura degli animali. Di particolare interesse il ciclo di lavorazione del cuoio per selleria e finimenti nell’antica Cunzirìa di Vizzini, oggi importante testimonianza di archeologia industriale che attende di essere restaurata e valorizzata.

Il cap. VI (Tecnica e Arte, nel contesto delle interrelazioni fra arti della pietra, del legno, del ferro), inserisce la lavorazione artistica del carretto nell’ambito della tradizione artigiana che impreziosisce il Val di Noto, con riferimento a Noto, Palazzolo Acreide, Avola, Siracusa, Ragusa Ibla. Illustra inoltre mediante originali Tavole e fotografie le famose ‘nfrascature in ferro battuto, le chiavi di legno intagliate con la leggenda di S. Giorgio e il drago oppure con La pazzia di Orlando innamorato di Angelica, le sponde dipinte con le scene di combattimenti fra Cristiani e Saraceni oppure con scene della Cavalleria Rusticana e della Carmen, le ruote scolpite e dipinte, etc.

In ogni capitolo i vari elementi esaminati sono denominati con i rispettivi antichi termini dialettali.      Numerose le schede di approfondimento: Il Mosaico di Alessandro, La prima Esposizione Universale di Londra, La prima automobile in Italia, Pesi Misure e Monete in Sicilia prima dell’Unità d’Italia, L’importanza della formazione tecnologica per lo sviluppo di una Nazione, Viva S. Giorgio Cavaliere: nella leggenda, nella storia, nell’arte. Glossario di termini dialettali (252 lemmi), ricca Bibliografia (187 riferimenti bibliografici), Indice e Fonti delle Illustrazioni (143 immagini singole e 37 Tavole, a colori) completano l’opera, frutto di uno studio condotto con l’amore per la nostra terra e le nostre tradizioni.

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