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Pecunia non olet? Quando anche i “soldi puliti” diventano “sporchi”.

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Pecunia non olet?  Quando anche i “soldi puliti” diventano “sporchi”.

CREDERE PENSANDO-PENSARE CREDENDO

                                      Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, da tempo scrive delle ” piccole Lettere Provinciali” agli Amici, senza pretesa d’eguagliare Blaise Pascal: poiché anch’io mi annovero fra questi, ho con lui concordato la Rubrica Credere pensando-Pensare credendo per  iniziare un pacato confronto sui temi della quotidiana ricerca  filosofico-esistenziale: i Lettori che volessero intervenire mi scrivano in direttore@valdinotomagazine.it   Biagio Iacono

La Cattedrale di Noto, vista da Biagio Iacono dall'alto della Chiesa di San Carlo.

               La Cattedrale di Noto, vista da Biagio Iacono               dall’alto della Chiesa di San Carlo.

QUANDO ANCHE I “SOLDI PULITI” DIVENTANO SPORCHI!

di Mons. Antonio Staglianò

NOTO, 09 Marzo, 2016 – Quelli che non vanno tanto per il sottile nel ricevere il denaro “sporco” proclamano il classico adagio:  Pecunia non olet (=i soldi non hanno odore/”cattivo”). Insomma, il denaro è solo denaro. Si racconta che Vespasiano raccolse da uno dei bagni (i famosi “vespasiani”) alcune monete gettate dal figlio Tito, il quale protestava perché il padre aveva messo una tassa sull’urina raccolta nelle latrine, allo scopo di ricavarne l’ammoniaca, utile per la concia delle pelli. Dopo averle raccolte, le annusò e pronunciò la famosa frase. Tutti i cinici la usano per affermare che la provenienza del denaro non ha importanza, essendo il denaro solo un mezzo, uno strumento. Eppure, il denaro può addirittura “puzzare”. Prescindiamo dal fatto che pecunia (=denaro) deriva da pecus-pecoris (bestiame/pecora), un tempo utilizzato come baratto, costituendo l’unica ricchezza posseduta, insieme ai polli (così, la frase ai romani suonava come un ossimoro: “le pecore non hanno odore”, …il che è falso).250px-Antoniostaglianò

Concentriamoci sul fatto, invece, che il denaro può essere “sporco”, macchiato delle più terribili barbarie, spesso del sangue dei fratelli. Per non dire che questo suo stato maleodorante può assumere dimensioni globali, a considerare – in sintesi- quanto Papa Francesco afferma su “questa economia che uccide”. L’ingiustizia diffusa nel pianeta si manifesta, soprattutto, nel possesso del denaro e nel suo uso: 80% della popolazione mondiale vive di stenti; la cultura dello spreco interessa la ricchezza dei sempre più pochi che hanno tutto e sfruttano la quasi totalità delle risorse della terra. A ben pensarci, allora, anche l’euro che ho in tasca comincia a emanare “qualche strano odore”: vi pare? Attenzione però che anche i nostri “soldi puliti” possono diventare sporchi. E non mi riferisco solo alla corruzione sempre più lampante nella società e nella politica, ma piuttosto penso alle nostre amministrazioni parrocchiali: se all’interno delle nostre parrocchie, e delle nostre diocesi, il denaro viene capitalizzato per il profitto, invece  di socializzarlo nella carità e nella solidarietà…. se i soldi raccolti per il bene comune sono utilizzati per “interessi personali”…., allora anche i “soldi puliti” diventano “sporchi”. D’altronde è stato scritto per sempre: “l’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali”. Camminiamo per purificare il cuore…il cuore grande ha un “olfatto sviluppato” e, perciò, riesce a sentire la puzza del denaro sporco anche a distanza. Il denaro, infatti, è come l’acqua: in sé inodore, ma quando “è stagnante”… Con affetto.

                 Mons. Antonio Staglianò – Vescovo di Noto

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