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Noto: Benito Marziano e….”Il dolce amaro del vivere”.

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Noto: Benito Marziano e….”Il dolce amaro del vivere”.

Noto: Benito Marziano e la sua recente silloge poetica”Il dolce amaro del vivere”. 

NOTO – Sabato 27 Maggio 2017, alle ore 18.00, presso il Salone dell’ex Cantina Sperimentale di Largo Pantheon a Noto, presentazione della silloge poetica ” Il dolce amaro del vivere” come dal programma indicato nel sottostante invito, apribile con un clic:

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 Abbiamo pregato l’Editore dott. Luigi Ruggeri ad inviarci la sua Presentazione dell’opera:

Benito Marziano: un poeta che recupera il valore   

 della poesia come mezzo efficace per risvegliare le nostre coscienze!

 Conosco da anni Benito Marziano  e ritengo che Egli sappia  coniugare le ragioni  passionali a quelle più specificamente civili della poesia che assume anche un dovere, un impegno per denunciare la vergogna delle incompiutezze, delle stragi, della corruzione, delle cadute etiche, della perdita dei valori, delle lacune professionali in tutti gli ambiti produttivi, e di una burocrazia ancora cieca e sorda davanti ai cittadini.

Benito Marziano e l'Editore Francesco Urso di Avola

Benito Marziano e l’Editore Francesco Urso di Avola

 Ma, quando si parla di poesia civile bisogna sempre  sgombrare il campo dall’equivoco di legarla ad una ideologia politica. Potrebbe anche accadere di trovarsi di fronte ad uno stretto legame fra poesia e politica e la prima riflessione che scaturisce è che essa (la poesia)  è cattiva poesia, cioè non-poesia. Dobbiamo osservare però che nei secoli scorsi si sono verificati casi in cui l’ideologia ha sostenuto e direi esaltato la vena creativa di scrittori che ci hanno lasciato opere di notevole vena creativa oltre che espressiva.

marzianobe Penso a Giuseppe Giusti con il suo ironico “Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco” o all’Alessandro Manzoni del “5 Maggio”, in cui Napoleone viene visto nella perdita della sua potenza con una pietas che supera il contingente, o a Ugo Foscolo che ne: “I Sepolcri”  ci ha lasciato il testamento universale del dolore civile per un Paese che non sa ma dovrebbe avere sacro il culto dei morti, soprattutto per coloro che si sono immolati per unʼidea o hanno illustrato la patria con il loro ingegno spesso anche sconosciuto.

Questa di Benito Marziano è una poesia che risente fortemente della Sua cultura laica ma che comunque colpisce per la sua “carica energetica” quasi come se Egli volesse chiamare a raduno un “esercito di uomini” dotati di una sola arma, la più potente: la parola.  Da ogni poesia del Nostro scaturisce l’esortazione ad uscire dal guscio di quella letargia di falsa indifferenza, di incertezza per non farsi soggiogare dalla contemporaneità. Benito, sembra essere capace di mantenere quel legame saldo con il senso dell’esistenza, riuscendo con la forza dei suoi versi a fissare momenti, sacrificare ricordi, esorcizzare paure, facendo spuntare qui e là qualche fiore di speranza nel mare dell’oscurità.  Egli si sforza in ogni lirica di recuperare il valore sociale della poesia poiché essa è mezzo efficace per risvegliare le coscienze. Si preoccupa, Benito, di rendere sottile il confine  tra poesia lirica, come pura espressione dell’io, e poesia sociale. Nel momento in cui il Nostro denuncia un disagio personale, racconta implicitamente il suo tempo e inizia così la ricerca e la spinta al cambiamento. Ecco quindi che la poesia si fa strumento in grado di affermare l’identità della società moderna e nello stesso tempo diviene coscienza dell’Autore e dell’umanità.

Mi sembra di poter affermare che, grazie a Benito e al suo argomentare poetico, è possibile offrire un contributo alla formazione civile e morale di quanti leggeranno le Sue liriche con la certezza di poter comprendere il Suo lungo viaggio verso l’”Isola” dei valori” che rappresenta la Sua vera letteratura.

                                                                                   Luigi Ruggeri

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imagesBENITO MARZIANO è nato a Palermo nel 1936 e vive a Noto. È insegnante in pensione. Si dedica a narrativa, poesia in vernacolo e in lingua. Collabora a Le pagine del poeta, e altre pubblicazioni delle “Ed. Pagine”, Roma; e a altre  iniziative editoriali, anche on-line fra cui le Ed. “Miano”, Milano; le Ed.“Pragmata”, Roma; le Ed. “Magi”, Patti (ME).

     Ha pubblicato con la sua editrice di riferimento: “Libreria Editrice Urso” di Avola, Don Agostino Salvìa e altri racconti, 2° al Pr. Crispiano 2008; in questo stesso concorso si è classificato al 3° posto per la Poesia in vernacolo e al 4° per la Poesia in lingua. Ancora per la Poesia in lingua 5° al concorso “Festival dei due Parchi”, Edizione 2011, Ascoli Piceno. Don Agostino, si è anche classificato 2° al Pr. Città di Mesagne 2013; e 1° al Pr. “Memorial Vito Ruggiriello”, Custonaci 2013; Randagi, racconti, 3° al Pr. Città di Mesagne, 2013;  nello stesso premio Altri anni, poesie in lingua, 4° posto; Juliette cara, romanzo, 5° posto al Pr. Città di Mesagne” 2013. Sempre con la  Libreria Editrice Urso ha pubblicato la silloge poetica in vernacolo siciliano Sisifu. Attualmente è in fase di pubblicazione con l’editrice Gepas di Avola una nuova raccolta di racconti.

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