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“Noto, aspettiamo che la mela cada dall’albero…?” di Nuzzo Monello

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“Noto, aspettiamo che la mela cada dall’albero…?” di Nuzzo Monello

Noto, aspettiamo

che la mela cada

dall’albero…?

di  Nuzzo Monello

1971-1972 – Libere Attività Complementari – 1a-Mostra fotografica sui monumenti di NOTO.

Viviamo aspettando che cada la mela dall’albero? No! Programmiamo la nostra sopravvivenza per il presente e per un futuro sostenibile in natura, politicamente e umanamente. Non riuscire a vedere al di là del proprio naso o per propri interessi non è programmare, purtroppo si manifesta quale pacchiana esistenza. Siamo stati e rimaniamo solitari cultori dell’estetica e dell’arte dell’antica e moderna Noto. Dovremmo però essere soprattutto i custodi dei beni, dei valori e dell’identità culturale e monumentale di Noto, la sua salvaguardia e promotori di autentica valorizzazione, come conferitoci dall’Unesco.

Finestra del SS. Salvatore -1 Foto di Nuzzo Monello

Ascoltare en passant soltanto le opinioni, ma soprattutto non far proprio il malessere intellettuale che comincia a pervadere la città, non è un buon uso delle intelligenze amministrative, né lo è la opinione propria di ciascuno, volendola far passare persino per quella ineluttabile. Far intendere di trovarsi in una posizione di comando, fagocitando da moderni “influencer“, con ipocrita e suadente parola, le sovrabbondanti menti pensanti, non votate all’accomodamento politico, né alla promozione d’arte di scarto nell’ammasso di un grottesco turismo e del vil denaro.

Eppure tra le perenni ostentate Rughe di Noto e dell’indifferenza degli amministratori del tempo, ci siamo accorti delle bende che coprono volutamente certi occhi e che rendono inermi, come ci siamo accorti della vela che copre il Pantheon, della fontana alla flora e delle pavimentazioni, della morte di una pianta e di come la eliminarono fracassando la ringhiera sottostante e assistiamo all’agonia della persistente araucaria acclarata albero monumentale della Sicilia con la motivazione: A dispetto di chi voleva “spostarla” per liberare la facciata della chiesa di San Domenico (amministrazione comunale 2003), l’araucaria di villetta Ercole è oramai inserita nell’Albo siciliano delle Piante monumentali … (F. Morreale, Alberi monumentali della Sicilia, pag. 53, E.F.S. 2007 sic).

Noto, Chiesa di Sant’Agata.

Noto in cima al mondo? Certamente lo è sempre stata per i suoi valori di città culturalmente elevata e per l’ingegnosità dei suoi cittadini! Si ricordi e sia presente a tutte le menti aperte, che soltanto dal risveglio e rifiorire dei suoi cittadini si è divulgata al mondo la sua Bellezza. E alle bocche saccenti ricordare il merito dell’Avv. Corrado Passarello per gli accorati appelli in ogni dove per “salvare” questa città dall’incombente degrado fino ad arrivare al ventennale riconoscimento Unesco omaggiato con la bendatura di via Nicolaci in occasione della 43° Infiorata – Saluto alla Primavera.

Ma come il miele degli Iblei purtroppo, oggi Noto è assediata non più da cultori e studiosi, ma molto pericolosamente da vespe, calabroni o ancor peggio dall’infestante presenza dell’Aethina tumida nell’areale netino. Noto è permeata in cima ai pensieri di sapienti speculatori intellettuali dell’arte che da tempo hanno imposto le mani sulla città con sottile dispregio del suo presidio intelligente.

1971-1972  Libere Attività Complementari –  1ª Mostra fotografica sui monumenti di NOTO

Sotto la velata opportunità di valorizzare il Piano Alto, da sempre estraneo alle reali volontà politiche, si cela oggi la vera aggressione su Noto. Utilizzare ciò che si è “voluto” crollante, pericoloso, inaccessibile all’impossibilità di ripristino, vale a dire lo storico Istituto Scolastico Littara (già sito del distrutto Monastero Montevergini nel 1938) prima come scambio imprenditoriale, poi per alienarlo, ora per farne il Museo del Novecento e consegnarlo agli attuali imprenditori esponenti al Convitto Ragusa, abbinando un atelier di moda nella chiesa di Sant’Agata, notata persino dalla scenografia di Cyrano. A ben considerare sotto le indicazioni di valorizzazione Unesco, non abbiamo visto pianificare un bel nulla circa la valorizzazione del Piano Alto sin dallo spoglio della Fiera di Pentecoste.

Mentre proprio partendo dalla nuova destinazione assegnata al Littara sarebbe possibile instaurare un percorso di fruibilità turistico-culturale con il recupero e valorizzazione di tutte le monumentalità presenti al Piano Alto a partire dalla chiesa dell’Annunziata dirimpettaia alla chiesa di Sant’Agata passando per la chiesa di San Francesco di Paola, San Pietro, SS. Crocifisso, etc.

All’acquiescente pulpito d’opinioni a dispetto delle silenti volontà, speriamo che ci siano sempre più libere menti accorte e sensibili affinché Noto non venga mai divorata come una mantide e lentamente consegnata al mercatino delle pulci prima, e dell’usato dopo!

  Nuzzo Monello

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