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Rivista Netum 1978: 2° Omaggio al pittore Salvatore Fratantonio.

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Rivista Netum 1978: 2° Omaggio al pittore Salvatore Fratantonio.

Dalla Rivista Netum n°3 del 1978

 Omaggio al pittore Salvatore Fratantonio

 All’ANGOLO D’ARTE ARESTIA DI MODICA

Sinfonie d’azzurro

 nella pittura di Salvatore Fratantonio

di Biagio Iacono

   Ogni mio incontro con la pittura di Salvatore Fratantonio si risolve in intrecci di ricordi o in estatiche riflessioni che mi destano in cuore emozioni improvvise d’impossibili ritorni.

   “Da un treno in corsa ad una tipografia”: così Salvatore Fratantonio sintetizzava, in dedica, l’iter della nostra amicizia, donandomi la splendida  mo-nografia con la quale – per le Edizioni del Globo di Bologna – il critico d’arte prof. Renato Civello lo presentava al più vasto e qualificato pubblico nel 1974. E noi, ci conoscemmo davvero su un lungo treno del Sud verso Milano: con valige stracolme di libri le mie, di sogni e pennelli le sue!

   Andavamo insieme, al Nord, incontro al successo, editoriale il mio, artistico e ricco di fruttuose esperienze il suo: ambedue, però, correvamo con l’antica identica certezza di vittoria, impressaci dalla selvaggia forza dell’Acquario che – al vento ed alle piogge della nostra povera infanzia – ci accolse al mondo in terra di Sicilia

   Poi, nulla sapemmo, per anni, l’uno dell’altro. E se un fortuito incontro in tipografia non ci avesse riabbracciati, non avremmo avuto sulle pagine di questa rivista la conferma dell’avvenuta affermazione – anche a livello nazionale – delle sue indiscusse qualità artistiche ed umane (v. NETUM n. 7-8 sett. -ottobre 1976). Questa consacrazione, tuttavia, non ha minimamente frenato – nell’uomo e nell’artista Fratantonio – la sincera e costante ricerca d’una sua quanto più originale dimensione possibile, come è emerso in maniera chiara e netta dalle opere esposte all’Angolo d’Arte Arestia di Modica (Rg), dal 5 al 30 luglio 1978.  

   Ho voluto – dice in un’intervista a Vittoria Palazzo – dare della mia Sicilia un’immagine nuova. La Sicilia non è solo lupara, politica, mafia. Neppure folclore. E’ anche questo che vedi. Hanno soffocato la nostra cultura, ce l’hanno importata, tutti sono approdati a noi lasciando il loro segno.

   Ho cercato immagini pittoriche, anche vicine nel tempo, che potessero testimoniare vari passaggi. Non è una storia d’arte, né vuole esserlo. Ci sono anche delle incoerenze cronologiche, ma poco importa. L’architettura è la forma più astratta per antonomasia, l’unica che poteva darmi il segno delle    epoche. Non la marina, che è senza tempo… Sono partito dai resti ellenici, e l’idea mi venne dalla Valle dei Templi ad Agrigento, e ho proseguito fino agli oleodotti, fino all’autostrada. All’inizio lavoravo come uno che canta a squarciagola, poi la voce mi si è via via appannata e il ciclo finisce con una nota amara…».

   «Il ponte da Siracusa a Ragusa lascia fuori Modica. E’ una contraddizione: sono strutture che portano sempre più alla velocità sempre meno alla comunicazione…». «Il mare è il vero protagonista. La Sicilia è in mezzo al mare. Dal mare le vengono, le sono venuti, le verranno sempre male e bene».

   Domenico Manzella, presentandolo in catalogo all’Angolo d’Arte Arestia di Modica, ha ben scritto, dimostrando che «Fratantonio perviene ai connubi paesistici e architettonici con ardite, ma non irrazionali, ellissi. Egli supera il pericolo in agguato dell’aneddoto folcloristico avvalendosi anche del monocromatismo. Vediamo le spiagge spezzate da trame di tubi, simbolici e surreali, incupirsi di toni consoni allo sporco degli insediamenti industriali.

… Nello stilizzare le strutture di un viadotto, egli evoca colonnati greci di stile dorico nei capitelli, inserendo in tal modo, nell’ingegnosità del manufatto, un riferimento agli insediamenti precristiani di colonie peloponnesiache. E si osservi l’autostrada: deserta, di così perentoria invasione sulla tela, sembra un mostro che voglia aggredire il mare per conquistarlo; ma le acque, calme e finora inesorabili, frenano la smodata violenza del cemento armato. Essa potrebbe rappresentare, però, il desiderio di infrangere le distanze spaziali che impediscono la comunicazione fra uomini diversi…».

Quasi tutta una nostalgica sinfonia d’azzurro, la pittura di Salvatore Fratantonio si diffonde in piccole dolci armonie senza, per questo, restare avulsa da una amara realtà che, nelle indiscriminate e false industrializzazioni, aggredisce con bruta violenza città, marine e paesaggi d’incontaminata classica bellezza.

   E’ il sapiente dominio dell’azzurro che colpisce, al primo contatto con le recenti creazioni di Fratantonio, coinvolgendo nel gioco di un non celato discorso anche l’osservatore più distratto: questo perché, quando è tale, l’opera d’arte s’impone nella sua eterna immediata evidenza.

   Corre subito, il cuore, a “pensieri più forti e più soavi” se non balzasse, anche ad una più meditata analisi, la ricchissima varietà delle tinte in cui l’azzurro – stemperando gli altri colori in più raffinate articolazioni – rivela una ricerca di semplicità espressiva raggiunta nella magistrale limpidezza degli insiemi, colti – quasi sempre – in meravigliosa sintesi di calde immagini e tenaci sentimenti: da una tale armoniosa corrispondenza i piani s’evidenziano e difficilmente i contrasti passano inosservati.

   In particolare, poi, Fratantonio sembra rivolgersi ai tantissimi figli od amanti della Sicilia che vivono al Nord perché egli, in infinite varietà, non stanca mai d’esprimersi nell’azzurro dei cieli e dei mari, nell’oro delle arance e delle spiagge, nel verde dei nostri giardini o fichidindia in fiore.

   Ma sempre l’azzurro è lo strumento sovrano, nella sua orchestra di colori in sogni di mille sinfonie! Pure, in qualche tela, certe compiacenze classiche o barocche, alcuni richiami metafisici, qualche rara immagine-effetto anticipano nuove emozioni: segni presaghi, forse, d’una ricerca o d’una svolta nell’indagine del proprio mondo interiore?

   Non è facile, in tali simboliche stelle d’un mattino, cogliere il senso più vero dei fantastici interrogativi che si destano sull’arte del nostro in un prossimo futuro. Di una cosa, però, sono certo: che la pittura inquieta e nostalgica di Salvatore Fratantonio saprà ben brillare di molte altre dolcissime creazioni, se non di vette più meravigliose.

Biagio Iacono

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SINFONIE AZZURRO 1

SINFONIE AZZURRO 2

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