“Ricordo di Sebastiano Lo Monaco” di Enzo Papa

RICORDO DI SEBASTIANO LO MONACO

Nel trigesimo della morte avvenuta il 16 dicembre 2023

di  Enzo Papa

Un mese fa, in dignitoso silenzio, veniva a mancare al teatro italiano e alla nostra amicizia Sebastiano Lo Monaco, travolto a 65 anni dal cancro. Dopo, o accanto ad un altro grande siracusano, Salvo Randone, è stato l’attore che meglio di chiunque altro ha saputo interpretare Pirandello, e, in tal senso, di Salvo Randone è stato l’erede più che legittimo: l’Enrico  IV portato in scena da lui è rimasto memorabile, quanto quello di Randone, anche per la quantità di repliche in tanti teatri d’Italia. Ma non fu la sola opera pirandelliana magistralmente da lui interpretata; si può quasi dire che tutta l’opera pirandelliana gli era connaturata. Nella storia del teatro italiano resteranno anche la sua interpretazione di Questa sera si recita a soggetto e Sei personaggi in cerca d’autore con la regìa di Giuseppe Patroni Griffi.

Dopo la maturità classica al Liceo Gargallo, studiò all’Accademia d’Arte Drammatica con Andrea Camilleri e subito dopo iniziò una felice carriera che lo vide in teatro accanto ai più grandi attori e attrici del teatro italiano, da Alida Valli a Enrico Maria Salerno, da Paola Borboni a Giustino Durano, da Adriana Asti a Annamaria Guarnieri e con registi del calibro di Mario Missiroli o Mauro Bolognini o lo stesso Patroni Griffi.

Sebastiano Lo Monaco

Il suo talento, tuttavia, non si fermava a Pirandello: il Cyrano de Bergerac di Rostand, o lOtello di   Shakespeare con lui e con la regìa di Patroni Griffi fecero testo. Ecco, più che il cinema, dove la sua maschera riusciva facilmente a caratterizzare un personaggio, la sua vera casa era il teatro, era lì che riusciva ad esprimere pienamente il suo indubbio talento. Così nel 1989 creò una sua impresa teatrale, “Sicilia Teatro”, producendo spettacoli d’eccezione.

Fu anche attore e grande interprete della classicità. In questi ultimi anni, d’estate recitava l’Odissea di Omero ad Agrigento, davanti al tempio della Concordia, ogni giorno, all’alba. Si, all’alba teatralizzata e, mi raccontava, col teatro all’aperto come una grande arena, sempre pieno di gente, soprattutto di curiosi entusiasti turisti. La sua interpretazione dell’ Edipo Re al Teatro Greco di Siracusa, poi, è rimasta memorabile. E non solo essa, perché altre volte era riuscito a calcare la sacra skené. Ma non essere riuscito ad ottenere di recitare per l’ultima volta il suo Prometeo, fu per lui non solo un grande rammarico, ma, probabilmente la consapevolezza di aver chiuso definitivamente col Teatro Greco di Siracusa. Ne ho certezza. L’avevo accompagnato all’INDA a perorare, purtroppo senza successo, il suo desiderio. “Sarebbe stata l’ultima volta – mi disse commosso – che avrei calcato le scene dove sono nato e cresciuto”.

Eravamo amici. Spesso ci sentivamo al telefono, e spesso chiedeva il mio modestissimo parere sulle sue messe in scena quando talvolta andavo a trovarlo in camerino al teatro di Noto o al teatro Vasquez. Molto signorilmente accolse il mio invito a far da presentatore nella prima edizione del rinato Premio Letterario Vittorini, nel 2020, al Castello Maniace e fu una delle sue ultime apparizioni pubbliche a Siracusa, insieme all’ultima interpretazione dell’Enrico IV con la regia di Yannis Kokkos, nella città dove aveva studiato e che tanto amava, lui floridiano, vantandosi spesso di essere siracusano. Ma come accadde per Randone, anche per lui nessun rappresentante della Città fu presente al suo funerale nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Per lui ho scritto due monologhi che, purtroppo, non è riuscito a portare in scena, come avrebbe voluto. Mi resterà di lui uno sciame di ricordi personali, tutti all’insegna della sua grande signorilità.

Enzo Papa

N.B. – l’articolo di cui sopra è anche apparso,

oggi 16 Gennaio 2024, su LA SICILIA di Catania.