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 “Criticità di Scienza, Politica e Società” di Nuzzo Monello

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 “Criticità di Scienza, Politica e Società” di Nuzzo Monello

“Criticità di Scienza, Politica e Società”

di Nuzzo Monello

Caro Biagio, dopo avere ascoltato la competente ed esaustiva esposizione del prof. Giorgio Sabella inerente alle criticità culturali presenti nel mondo della ricerca scientifica e nella gestione della politica, per quanto ritenuta “democratica”, a seguito del mio intervento quale auditore, ti mando le seguenti riflessioni. Nuzzo Monello 

Vendicari in una foto di Nuzzo Monello nel 1970.

   La Scienza sperimenta, progredisce e si auto smentisce autorevolmente, l’umanità predilige il mistero dell’ignoto. L’utopia Democratica è tale perché ciascuno è portatore d’interessi personali o di gruppo, forse per niente sociali se non per attestazioni di potere e privilegi falsamente progressisti. Auspica per sé un vantaggio esclusivo che trova giustificazione nella retorica dialettica ingannevole, per contro nella scienza, il vantaggio primario, si espleta nella direzione del bene sociale. Lo scienziato, che tale possa definirsi, dovrebbe consapevolmente essere ritenuto un benefattore.

Il prof- Giorgio Sabella, durante la sua conferenza, con il Sindaco di Noto ed il Segretario Corrado Bianca.

   Cosa e chi dunque mette in discussione l’opera della Scienza e l’incredulità ostentata contro di essa? E cosa al contrario la Democrazia, il pensiero unico vuole mettere in dubbio dell’opera dello Scienziato? Si potrebbe affermare che l’ignoranza sia il primo ostacolo, se non fosse che dobbiamo proprio alla curiosità dell’ignoranza le ragioni della ricerca per il sapere, per la conoscenza che i mezzi a disposizione, per quanto primitivi o evoluti, sia per le tecniche e sia per le tecnologie usate, possono favorire la consapevolezza dei fenomeni fisici, e delle reazioni chimiche, e come gli stessi possono e possano in futuro, influire sui comportamenti umani e sulle coscienze.

L’evoluzione del pensiero umano, prima ancora dei modelli adottati inviolabili e suffraganti l’iter procedurale dell’equipe scientifica, si è posta davanti al buio dell’organizzazione sociale e su come interpretarne e poterne regolare la vita e la qualità di essa. Tra tutti i codici organizzativi bisogna annoverare, l’esclusa di sempre, l’Arte, che ha reso possibile la sensibilizzazione verso l’immaginifico e verosimilmente verso il dubbio sulle stesse argomentazioni del pensiero umano. 

Il preside prof. Nuzzo Monello.

La fede o il senso della fedeltà alle proprie incontestabili idee, ipotesi sulla natura del mondo e del suo naturale modello evolutivo, non possono che trovarsi a confronto con le molteplicità dell’umanità. Poiché la scienza per sua stessa impostazione è trasgressione inferente la “realtà”, perché s’interroga sulle verità, ricercando e imponendo “regole” ritenute universali, cioè a tutto e a tutti applicabili, non può tener conto delle differenze umane di cui è portatore ciascun uomo, delle sue paure, preoccupazioni, delle condizioni in cui è compromesso. Su di esse la vitalità scientifica agisce come portatrice di verità, inconfutabili e sovrapposte per propria missione, quindi potere della scienza, verso la quale soltanto la fiducia in ciò che afferma può autorizzarne etici mezzi per i fini sociali.

Biagio Iacono e Bruno Ragonese durante il Simposio sull’Architettura di Noto nel Novembre 1977.  (foto Nuzzo Monello)

 Il modello democratico, interpretato singolarmente da ciascuno, non si riconosce in comportamenti di autenticazione se non quando in gruppo, allorquando si uniforma e agisce inconsapevolmente, trascurando persino il proprio interesse per la sua stessa sopravvivenza. Agisce alla ricerca del reale soddisfacimento proprio e non del progresso sociale e civile. In questa ipotesi non è la “fede” né la fiducia perduta che la moltitudine attribuisce al potere democratico e alle sue leggi, in quanto le stesse, oggi, palesemente, si manifestano per specificità d’interessi e non piuttosto per la universalità della società cui sono dirette. Il popolo percepisce realmente la disuguaglianza della distribuzione di compiti, dei valori attribuibili a ciascuno, dei comportamenti che afferiscono a spropositati privilegi, compresa l’impunità e immunità del potere rispetto al valore universale della “Giustizia uguale per tutti”. 

Il Sindaco di Noto col prof. Giorgio Sabella, il dott. Mario Alì, il Segretario Corrado Bianca ed altri, prima dell’incontro. (foto Nuzzo Monello)

    Ora, se il “privilegio” quale intelligenza operativa per il bene e l’interesse comune, è divenuto asimmetrico tra scienza e democrazia, tra potere decisionale e limitazioni della ricerca scientifica e sociologica, appare molto più chiaro, e ce ne siamo accorti, che la disimmetria è il male che ciascuna delle parti agisce per propri vantaggi, piuttosto che per il progresso sociale e umano. Scienza, politica e potere, non sono più il tempio dell’arte, non sono capaci metaforicamente di raccordare le molteplici differenze strumentali a ben diritto presenti nell’orchestra sinfonica, per espletare le differenti arti nell’universale melodia, elevazione dei popoli.

Nuzzo Monello

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