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Roberto Fai su “La Vita e le Forme della Potenza istituente” di Enzo Papa

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Roberto Fai su “La Vita e le Forme della Potenza istituente” di Enzo Papa

ROBERTO FAI:

“LA VITA E LE FORME SULLA

CRISI DELLA POTENZA ISTITUENTE.”

 di  Enzo Papa

Sono i filosofi, da sempre, a indicare le vie maestre del vivere civile, e dal loro pensiero, anche dai loro diversi punti di vista più o meno condivisibili, anche dalle loro ingenuità e intenzioni e dubbi, è sempre scaturita una vitale e fertile redenzione, pur se, come sappiamo, il pensare divide, ma fa crescere.

Sappiamo  che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, almeno fino alle soglie della seconda guerra mondiale, il dibattito filosofico su “vita” e “forma” come inaugurato dal filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel, che fu maestro dell’ungherese Luckacs, aprì tutt’una serie di profonde riflessioni nel tentativo, peraltro irrisolto, di trovare raccordi tra la vita e il suo rovesciamento nelle “forme comunitarie”, nei suoi “luoghi di oggettivazione”, sociali, politici, economici, familiari, religiosi, e così via.

Ed è il filosofo Roberto Fai, adesso, con un suo breve, ma sapiente e corposo saggio (“La vita e le forme. Sulla crisi della potenza istituente” Kerayles, aprile 2023) a proporci una carrellata, una rassegna del contemporaneo pensiero filosofico su questo insoluto tema con affondi e confronti, invitandoci ad una seria riflessione che ci aiuti a comprendere come la nostra vita individuale si estrinsechi nelle varie forme “civili” istitutive della società contemporanea.

E sembra dirci che tutto è racchiuso nel concetto generale di politica, in quella “forma” dove, più che in altri istituti, si declina meglio l’umano esistere, la “vita”, dove lo scarto si fa più evidente e più irriducibile. La politica come potenza istituente nelle sue varie e variegate prassi e manifestazioni politiche, adesso, nella nostra età globale, sembra ritrarsi dalla sua vera e autentica funzione catalizzatrice, aprendo il fianco a nostalgiche “forme” superate ormai dalla storia.

Roberto Fai

Ma la naturale evoluzione del pensiero filosofico, e quindi politico, conduce necessariamente a trovare anche in altri “istituti” civili, oltre che in quello della “potenza istituente”, indispensabili “forme” che consentano l’effettivo superamento di ogni specie di abiezione, di infamie, di ingiustizie, di nefandezze, a tutela e rinvigorimento, se non di rifondazione, dei diritti umani e del regno della libertà. E questo, afferma Fai, facendo eco a Simone Weil, è compito della filosofia che, anche se sembra essere in crisi permanente, tuttavia non può arrestarsi, perché se cade la speculazione resta il silenzio, come dire “la morte del sole”. E ciò non è possibile. Il pensatore non ipocondriaco sui destini della politica e della migliore società, non potrà fermarsi sulla “soglia” del futuro, ma saprà nutrire la sua non esangue utopia.

 Il Novecento è stato attraversato da due grandi guerre mondiali che, vuoi o non vuoi, hanno indubbiamente influito sul pensiero filosofico e sul potere politico determinando situazioni di vero conflitto tra “vita” e “forma”.

Enzo Papa

La guerra si sa, come anche ogni pandemia (e per noi il recente Covid-19) muta la vita morale di un popolo il quale perde le sicurezze del suo “modus vivendi”, improvvisamente proiettato in un ordine inedito, in un “istituto” sconosciuto al quale dovrà adattare la sua “vita”. Se Calvino (Italo) esprimeva il suo disagio per la perdita di “forma” nella “vita” (ma anche Pirandello ne fu tormentato), con cui quasi in esergo Fai dà inizio al suo saggio, ciò non significa che un purificatorio, purgatoriale pensiero poetico non possa ridurre quel disagio, costituire un’integrante via d’uscita e diventare un paradigma istituente.

Attenti, dunque. Del resto, Quasimodo ci aveva avvertito quando, nel suo discorso per l’assegnazione del Nobel, aveva definito i filosofi e gli schedatori fissi del pensiero critico, nemici naturali dei poeti.

Enzo Papa 

NOTA BENE: L’articolo di cui sopra è  stato pubblicato lo scorso 25 Maggio 2023 dal quotidiano  “LA SICILIA” di Catania, che ringraziamo per la collaborazione.

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