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“Progettare la casualità”: non per un’astratta “Bellezza”…

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“Progettare la casualità”: non per un’astratta “Bellezza”…

Progettare la casualità”: non per un’astratta Bellezza,ma per quella inesauribile sorgente dell’Amore universale…

di Biagio Iacono

   Il mio amico preside Nuzzo Monello non finisce mai di stupirci perché, non “contento” di avere, qualche anno addietro, pubblicato con la mia Sicula Editrice-Netum il magnifico volume L’Arte tra le mani, nel quale l’anima della sua Arte si condensa nella “categoria estetica” di “Progettare la casualità” – come fu ampiamente resa di pubblico dominio in un Simposio organizzato in sinergia dalle città di Avola e Noto – ora mi fa avere, su mio pressante invito, un articolo sull’eterno – inquietante e forse mai risolto – interrogativo: “Quale Bellezza salverà il mondo?

   Due pagine ricche di personalissime riflessioni sulla sua Poetica – intesa come visione dell’Arte e della Vita – che contempla quasi tutta una sua perenne “visione ascetica” nel tendere ad elevarci artisticamente per “cogliere” non una astratta Bellezza, ma quella inesauribile sorgente dell’Amore universale che in forme nuove – a parer mio – “rinnova” quella stessa neo-foscoliana “Bellezza” per le cui gioie, interiori e non, gli uomini ebbero l’unico e solo ristoro.

   L’evento Simposio fu un vero e proprio “esperimento culturale”: con un pubblico attento e partecipe, artisti, studiosi, intellettuali, provenienti da tutta Italia, e creativi si avvicendarono al tavolo dei relatori portando ognuno un personalissimo contributo. Obiettivo del Simposio fu quello di creare una comunità reale impegnata nello scambio di idee e in grado di ripensare i temi più urgenti della società contemporanea e il ruolo educativo svolto dagli artisti.

   Non a caso, infatti, la giornata di lavori si concluse con la sottoscrizione da parte dei relatori e dei giornalisti presenti di un “Manifesto”, “dono” di comunicazione e informazione, che appartiene specificamente agli artisti, ma anche e soprattutto “dono” dei Sogni e delle Storie dell’artista Monello, capace, per quanto possa sembrare un ossimoro, di Progettare la casualità, intraprendendo un’intuitiva ricerca per una nuova “estetica” sul come ciò sia possibile mentre la psiche dipinge stimoli ambigui per configurare l’opera – così da porre l’autore e l’osservatore nello scambio interpretativo dell’Io e del Tu, Io stesso e … Tu stesso, spingendo in tal modo l’uno intorno all’altro.

   Nuzzo Monello ama ripercorrere i “Luoghi della fantasia nella perenne ricerca della Bellezza, sola fonte e destinazione dell’Essere, attuatrice del rispetto della persona e d’ogni altra manifestazione.” Non a caso, l’aforisma da lui coniato e preferito è anche il mio: Nulla posso se non sono nella considerazione di Essere, per cui …non so quante altre pagine mi servirebbero solo a parlarne!

   Chiudendo questa breve introduzione, mi piace ricordare la chiusura d’un articolo che il comune nostro amico prof. Costantino Guastella ebbe a pubblicare su queste colonne, pagine che il Lettore troverà in https://www.notomagazine.it/2019/07/01/7983/ ma di cui trascrivo un brano che Gustella così sottolinea: “Apro  gli occhi e mi è consentito di vedere l’infinito reale, esteriore, percepibile“ – dice Nuzzo Monello proseguendo nella esposizione del suo pensiero filosofico sull’ARTsenso e nella spiegazione della sua Poetica artistica denominata “Progettare la Casualità“: e precisa che esistono due diversi infiniti universi. “Uno Interiore Verità, e l’altro Esteriore Realtà della Persona. In questo modo il senso è il mezzo << …che ci permette di considerarci figli dell’Armonia cosmica e ad essa appartenenti, come le stelle, operando tra l’imperscrutabile interiore verità e l’esteriore realtà ci permette di credere che siamo Bellezza e di percepire l’eco della Bellezza che tutt’intorno ci pervade.”

    Il grande merito di Nuzzo Monello – prosegue Guastella – è quello che con la sua poetica artistica della Casualità si è posto in linea con il pensiero dei maggiori Filosofi degli ultimi secoli che hanno affermato l’importanza della creatività e nello stesso tempo che il “c a s o” è alla base dell’ordine del mondo quale oggettiva situazione d’indeterminazione delle cause stesse. Il Nostro ha saputo dimostrare che l’Arte è quanto di più casuale, di personale e di creativo esiste. Essa, più o meno consapevolmente, ci rende capaci di esprimere e di comunicare gioie, timori, aspirazioni, sofferenze, speranze.

   Il Maestro di questa Poetica – Nuzzo Monello – ama ed apprezza Carl Gustav Jung, lo psicoanalista degli archetipi dell’inconscio collettivo, il quale – conclude Guastella – ha scritto: “La capacità dell’inconscio di generare immagini, analogie e simboli, come intuizioni inconsce e non arbitrarie rispetto alle produzioni della persona, aiutano l’emergere di finalità che si stanno escludendo dal proprio piano di coscienza. L’inconscio si esprime attraverso la fantasia … Fino a quando non avrai reso conscio l’inconscio, quest’ultimo dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai destino.

   Con questa riflessione, chiudo la mia breve introduzione all’articolo di Nuzzo Monello che troverete qui a fianco in altro box.

     Biagio Iacono

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