“La Rerum Novarum e la Diocesi di Noto” di Costantino Guastella

La Rerum Novarum e la Diocesi di Noto
di Costantino Guastella
L’enciclica Rerum Novarum (“Delle cose nuove”) fu scritta e pubblicata da Papa Leone XIII il 15 Maggio 1891. Esso fu l’intervento più significativo del suo pontificato.
Questo documento è considerato pilastro fondamentale della dottrina sociale cattolica. Per la prima volta la Chiesa Cattolica prese posizione sulla “questione sociale” ispirando la fondazione di sindacati operai d’ispirazione cattolica. Fondò su tale lettera enciclica la moderna dottrina sociale della Chiesa.
Scegliendo il nome Leone XIV, chiaramente appare che Robert Francis Prevost abbia voluto richiamare la volontà morale e la capacità di dialogo della Chiesa Cattolica ad affrontare risolutivamente le sfide contemporanee.
La lettera enciclica della Rerum Novarum affonda le sue radici nella situazione politico-religiosa venutasi a determinare dallo sviluppo delle idee del darwinismo, del movimento socialista e marxista, e dall’affermarsi nell’economia occidentale del primo capitalismo. Con il diffondersi della industrializzazione a dei nuovi movimenti politici si vennero a creare nuovi equilibri e conflitti. Alle diseguaglianze feudali subentravano quelle industriali. Volendo apportare un contributo utile e valido per l’attribuzione della verità storica facendo conoscere i principali protagonisti della soluzione della “questione sociale” e dei principali innovatori che diedero inizio alla nascita dei sindacati dei lavoratori, tra questi ci sembra utile ricordare l’operato rinnovatore attuato dal Vescovo di Noto, mons. Giovanni Blandini, proponendo nuove radicali soluzioni.
Mons. Blandini a soli 43 anni, nel luglio del 1875, fu dal Papa Pio IX chiamato dopo che si era impegnato egregiamente quale segretario del Vescovo di Caltagirone, il modicano Antonio Morana, al seggio episcopale della comunità della Diocesi di Noto (Sr).

Cattedrale di Noto: Monumento a Mons. Giovanni Blandini, Vescovo di Noto dal 1875 al 1913, eretto nel 1938 dallo scultore prof. Giuseppe Pirrone.
L’azione pastorale di Mons. Giovanni Blandini mirò a garantire la libertà e l’autonomia d’azione del Clero e della Chiesa, la creazione di associazioni sindacali in difesa dei lavoratori, contrastò fortemente l’azione della Massoneria molto presente a Noto, ma ciò provocò una consistente reazione a livello locale.
Maestro di fede nella Chiesa sicula si mostrò attento alle esigenze maturate con il complesso e difficile sviluppo politico, economico e sociale dei tempi nuovi. Primo tra i primi percepì il crisma di Don Bosco, Don Orione, del Can. Annibale di Francia, di Padre Jordan, di Madre Jugan.
Con il suo clero mantenne un rapporto paterno e difese i diritti sociali ed economici dei suoi sacerdoti, ai quali, come scrive l’Intendente di Finanza di Siracusa, l’11 gennaio 1876, “Dopo la soppressione dei benefici di culto per la legge del 1867 al clero è rimasta solo l’offerta della messa quotidiana”.
Parecchi anni prima della proclamazione della famosa Enciclica molte furono le iniziative del Vescovo della Diocesi di Noto realizzate in difesa dei diritti sociali dei suoi sacerdoti, impiantando l’Opera dei “Chierici del Sacro Cuore” per sussidiare i seminaristi poveri.
Il vescovo Blandini acquistò, nel luglio 1880, l’ex romitorio di San Giovanni Lardìa e fece edificare l’attuale vasto complesso, allora capace di ospitare 200 chierici. Nel 1887 raggiunse i 200 circa seminaristi, provenienti anche da altre diocesi. Per gli sviluppi della storia politico-religiosa è utile ricordare che fra questi nel seminario di Noto furono presenti, ed ebbero occasione di conoscere il pensiero di Mons. Giovanni Blandini, i fratelli Mario e Luigi Sturzo provenienti da Caltagirone. E Luigi Sturzo è stato un presbitero e politico, fondatore del Partito Popolare italiano.
La Colonia agricola M. Immacolata di contrada Cozzotondo e la realizzazione del suo progetto sociale a favore degli orfani e dei figli dei braccianti agricoli sono stati un omaggio ideale del Vescovo Blandini al Papa della Rerum Novarum.
A Scicli e nelle borgate rivierasche in particolare a Donnalucata, ove il Vescovo Blandini in estate era solito andare per i bagni, è possibile intravvedere la sua pastorale del tempo libero.
Consapevole dell’importanza dell’autorità costituita civile e politica voleva che i cattolici si coinvolgessero nella vita civica. Prima nel 1876 ottenendo un 1/5 dei seggi e dopo nel 1883 ottenendo l’elezione di uomini “immuni da sistematica avversione alla religione”.
L’antesignano lavoro svolto dal Vescovo della Diocesi di Noto prima della promulgazione della Rerum Novarum fu non solo un grido di allarme contro le ingiustizie, ma anche un monito pastorale a garantire il lavoro umano con occhi nuovi. Questa è una splendida testimonianza di vita cristiana del XX secolo nella Chiesa di Noto.
Concludendo, ci sembra giusto sottolineare che anche oggi con l’operato pastorale, religioso e sociale, intensamente svolto dal nuovo Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, tale testimonianza è viva.
La volontà di pace nella società si può realizzare solo nel caso di una corretta e corale delega che la comunità dei fedeli e dei lavoratori affiderà alle parti e impegnerà tutti a lavorare e lottare affinché la pace si realizzi in modo duraturo.
Costantino Guastella